LA PETITE regia di Guillaume Nicloux con Fabrice Luchini, Mara Taquin, Maud Wyler, Juliet Metten, Veerle Baetens, Lucas Van Deb Eyende. Musiche di Ludovico Einaudi. Dal 18 Gennaio 2024 al Cinema. Creative Europe Media – Movies Inspired. Photo ©Les Films Du Kiosque – Snd Films 2023. © Courtesy Ufficio Stampa Movies Inspired.

©Les Films Du Kiosque – Snd Films 2023
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La gravidanza surrogata, l’amore tra due persone dello stesso sesso, il rapporto tra genitori e figli, La Petite di Guillaume Nicloux con quiete e leggerezza da manuale affronta argomenti non convenienti. Una commedia amara e romantica, una nuova interpretazione da grande attore di Fabrice Luchini con la rivelazione Mara Taquin. (m.g.)

LA PETITE regia di Guillaume Nicloux con Fabrice Luchini, Mara Taquin, Maud Wyler, Juliet Metten, Veerle Baetens, Lucas Van Deb Eyende. Musiche di Ludovico Einaudi. Dal 18 Gennaio 2024 al Cinema. Creative Europe Media – Movies Inspired. Photo ©Les Films Du Kiosque – Snd Films 2023. © Courtesy Ufficio Stampa Movies Inspired.

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La Petite Trailer ITA ©Movies Inspired / Les Films Du Kiosque – Snd Films 2023

COMUNICATO STAMPA UFFICIO STAMPA MOVIES INSPIRED


LA PETITE – il nuovo film di Guillaume Nicloux, in uscita il 18 gennaio 2024, distribuito da Movies Inspired e Circuito Cinema

La Petite

SINOSSI

Joseph viene a sapere che suo figlio e il suo compagno sono appena morti in un incidente. La coppia aspettava un bambino tramite una madre surrogata, che vive in Belgio. Cosa ne sarà del loro futuro bambino? Joseph è il nonno legittimo? Mosso dalla promessa di questa nascita che prolungherà l’esistenza di suo figlio, il sessantenne parte per incontrare la giovane ragazza fiamminga, che rivela un carattere fiero e indomabile.

Regia: Guillaume Nicloux

Con: Fabrice Luchini, Mara Taquin

Nazionalità: Francia, Belgio

Durata: 93 min

Distribuzione: Movies Inspired, Circuito Cinema

Uscita: 18 gennaio 2024


©Les Films Du Kiosque – Snd Films 2023

Pressbook LA PETITE – Movies Inspired

INTERVISTA A GUILLAUME NICLOUX

«La Petite» è molto diverso dai suoi film precedenti, ma continua a esplorare i temi a lei cari, come la procreazione e il lutto…

Non è un caso se i produttori, François Kraus e Denis Pineau-Valencienne, mi hanno proposto l’adattamento del romanzo «Le berceau» di Fanny Chesnel. Sapevano che il suo soggetto integrava la problematica ricorrente di alcuni miei film, la scomparsa di una persona cara e il processo che conduce alla resilienza. La storia che mi proponevano era all’opposto delle strutture narrative abbastanza complesse che di solito prediligo, dove mi piace lasciare lo spettatore di fronte ai suoi dubbi. Questo racconto lineare e comprensibile da tutti mi ha dato l’opportunità di approcciare il melodramma senza altro pensiero che l’empatia e l’emozione, senza elementi fantastici o questioni metafisiche.

Il film è anche l’occasione di affrontare il tema della GPA (Gestazione Per Altri): alla morte di suo figlio, Joseph, interpretato da Fabrice Luchini, decide di partire alla ricerca della madre surrogata del bambino che il defunto figlio e il suo compagno, anch’egli scomparso, stavano aspettando. Si scopre così che in Belgio la GPA non è né autorizzata né proibita…

La GPA è eticamente accettata in Belgio ma senza un quadro giuridico, a differenza della Francia, dove la legge punisce severamente coloro che vi fanno ricorso, sia i genitori sia la madre surrogata. Ma quante sono in realtà queste persone che vorrebbero beneficiarne? Forse trecento coppie etero o omosessuali? E sotto pretesto di un eventuale pericolo di commercializzazione dei corpi, queste persone sofferenti si vedono private della possibilità di avere un figlio. Trovo strano che i legislatori impongano un rifiuto in nome di una morale senza sfumature. La GPA è un atto abbastanza delicato e personale fanno ricorso ripensato in modo sereno e caso per caso.

Non aveva mai lavorato con Fabrice Luchini?

No, ma non era la prima volta che lo contattavo. Fabrice mi è apparso in modo lampante nel momento in cui ci siamo immersi nella scrittura. Direi addirittura che era parte della sfida del film. Mi sembrava anche che ci fosse uno spazio che Fabrice non aveva mai esplorato, quello del lutto e dell’emozione che lo accompagna. Volevo sviluppare questo personaggio con lui. Fabrice ha quindi nutrito la mia immaginazione fin dall’inizio.

Questo ebanista, già provato dalla scomparsa della moglie, vede nella morte del figlio, a causa di un aereo precipitato in mare, la conferma di un peccato: due uomini che non si sono mai trovati.

I figli spesso rimpiangono che il padre non si sia interessato abbastanza a loro. Qui, è il contrario. Joseph ha sempre avuto la sensazione di essere stato trasparente verso il figlio. È complicato tessere legami giusti e onesti con i propri figli. Quello che chiediamo loro è raramente ciò che si aspettano da noi….


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