GLASSTRESS 2022 “State of Mind” / Fondazione Berengo Art Space di Murano / 3 Giugno – 27 Novembre 2022. In copertina Chiara Dynys, Giuseppe’s Door Photo ©Andrea Bonatti. Immagini Courtesy Ufficio Stampa Comin and Partners, Parole & Dintorni, @fondazioneberengo https://www.fondazioneberengo.org/

© Enrico Ruggeri, Waterwar

Tra gli eventi collaterali della Biennale d’Arte di Venezia, la Fondazione Berengo Art Space di Murano dal 2009 con Glasstrees ha creato un continuo e fluido percorso di ricontestualizzazione dell’arte del vetro. La Porta di Giuseppe, Giuseppe’s Door di Chiara Dynys e la prima opera di arte contemporanea di Enrico Ruggeri Water War, inedite partecipazioni, prime volte e riaffermazioni di una delle arti contemporanee più in evoluzione in questi tempi. (m.g.)

LASSTRESS 2022 “State of Mind” / Fondazione Berengo Art Space di Murano / 3 Giugno – 27 Novembre 2022. https://www.fondazioneberengo.org/

Koen Vanmechelen, Burning Falls – photo ©Agne Raceviciute
Tony Cragg, Silicon Dioxide Photo ©Francesco Allegretto

COMUNICATI STAMPA UFFICIO STAMPA COMIN AND PARTNERS / PAROLE & DINTORNI / FONDAZIONE BERENGO ART SPACE DI MURANO


CHIARA DYNYS

per Fondazione Berengo

GLASSTRESS 2022

State of Mind

Dal 3 giugno al 27 novembre 2022

A cura di: Adriano Berengo e Koen Vanmechelen, con il contributo di Ludovico Pratesi

Murano (VE), Fondazione Berengo Art Space

Campiello della Pescheria 4


Comunicato stampa

PER LA PRIMA VOLTA CHIARA DYNYS TRA I PROTAGONISTI DI

GLASSTRESS 2022 – STATE OF MIND  CON “GIUSEPPE’S DOOR”

Una porta è una sfida, una soglia, il coraggio di andare oltre. Una porta è sempre un nuovo inizio. Dove ci conduce questo passaggio? Probabilmente da nessuna parte: è la metafora dell’attraversamento, del continuo divenire della vita verso la scoperta della sua vera essenza.

Il concetto del passaggio attraverso una forma è il fil rouge della poetica artistica di Chiara Dynys. Un invito a cercare la propria soglia ideale rivolto ad ognuno di noi.

In contemporanea alla 59a Biennale di Venezia, Chiara Dynys partecipa alla settima edizione di GLASSTRESS progetto di Adriano Berengo dedicato a promuovere nuove connessioni tra l’arte contemporanea e il vetro – presentando Giuseppe’s Door, opera monumentale in vetro opalescente e acciaio corten dalla spiccata valenza simbolica e la Giuseppe’s Door in casting, in vetro rosa opalescente, esposte presso la Fondazione Berengo Art Space a Murano,suggestivo spazio espositivo nato da una vecchia fornace abbandonata.

In programma dal prossimo 3 giugno fino al 27 novembre 2022 a Murano, GLASTRESS 2022-State of Mind – a cura di Adriano Berengo e Koen Vanmechelen, con il contributo di Ludovico Pratesi – riunisce un gruppo di importanti artisti contemporanei provenienti da Europa, Stati Uniti, America Latina, Africa e Cina in una mostra ambiziosa che esplora le infinite possibilità creative del vetro.

A partire dal debutto nel 2009 come evento collaterale della Biennale di Venezia, negli anni il progetto ha fatto appassionare al mestiere tradizionale della soffiatura del vetro di Murano decine di artisti e designer di fama internazionale, che si sono cimentati nel realizzare suggestive e innovative opere in vetro con il supporto dei maestri di Berengo Studio.
Un’arte millenaria che la Fondazione Berengo, promotrice dell’iniziativa, si impegna a difendere, conservare e rivitalizzare proprio attraverso le sinergie messe in campo con gli artisti contemporanei.

Chiara Dynys, Giuseppe’s Door in casting Photo ©Michele Alberto Sereni

Nasce così Giuseppe’s Door – esposta nell’esclusiva cornice di Villa Panza nell’ambito della mostra “Sudden Time” del 2021 che ha visto protagonista Chiara Dynys, insieme a Sean Shanahan, all’interno della Collezione Panza – fra le produzioni più significative dell’artista che, attraverso l’uso di materiali inediti, sperimenta la prodezza del lavoro in scala. Lo speciale vetro cangiante di cui è composta l’opera ha la proprietà di “caricarsi” di luce, e di rilasciarla nel buio, come una “fluorescenza fantasmatica”, per utilizzare le parole di Chiara Dynys: un invito ad oltrepassare la “soglia” della realtà contingente.

La suggestione dell’andare oltre si ritrova anche nella Giuseppe’s Door in casting, porta opalescente – anch’essa esposta a Villa Panza – che si smaterializza e appare sospesa pur essendo una scultura in vetro in un pezzo unico. L’opera, che si rifà al modello concepito dall’artista nel 1993 – ai tempi della mostra al Museo di Saint-Etienne – assorbe la cromia della luce attorno e la materia trasparente rende volutamente difficile la percezione esatta della forma.

L’installazione dell’opera Giuseppe’s Door a Murano è stata possibile grazie a WEM – Empowering Art Platform, tra le gallerie di riferimento dell’artista, che crede fortemente nell’importanza di sostenere i progetti pubblici degli artisti che rappresenta.

GLASSTRESS 2022 – ARTISTI

NEW ARTISTS

Maria Thereza Alves (Brasile), Vanessa Beecroft (Italia), María Magdalena Campos-Pons (Cuba), Judy Chicago (Stati Uniti), Chiara Dynys (Italia), eL Seed (Francia), Endless (Gran Bretagna), Leandro Erlich (Argentina), Ryan Gander (Gran Bretagna), Sibylle Peretti (Germania), Alexander Evgenievich Ponomarev (Russia), Laurent Reypens (Belgio), Enrico Ruggeri (Italia), Liam Scully (Gran Bretagna), Paloma Varga Weisz (Germania), Osman Yousefzada (Gran Bretagna).

RETURNING ARTISTS

Monira Al Qadiri (Kuwait), Ayman Baalbaki (Libano), Tony Cragg (Gran Bretagna), Jimmie Durham (Stati Uniti), Jan Fabre (Belgio), Josepha Gasch-Muche (Germania), Kendell Geers (Sud Africa), Marya Kazoun (Libano/Canada), Brigitte Kowanz (Austria), Karen LaMonte (Stati Uniti), Tomáš Libertíny (Repubblica Slovacca), Massimo Lunardon (Italia), Federica Marangoni (Italia), Prune Nourry (Francia), Anne Peabody (Stati Uniti), Jaume Plensa (Spagna), Laure Prouvost (Francia), Thomas Schütte (Germania), Sean Scully (Stati Uniti), Lino Tagliapietra (Italia), Tim Tate (Stati Uniti), Koen Vanmechelen (Belgio), Erwin Wurm (Austria), Rose Wylie (Gran Bretagna).

Chiara Dynys è una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee. Ha partecipato a numerosi progetti espositivi in Italia e all’estero. Tra le più importanti istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano il Musée d’Art Moderne di Saint-Étienne (1992), il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (1996), il CIAC – Centre International d’Art Contemporain di Montréal (1997), la Städtische Galerie di Stoccarda (1999), il Museo Cantonale di Lugano (2001 – 2015), la Quadriennale di Roma (1986 – 2005), il Bochum Museum, Bochum (2003), il Kunstmuseum di Bonn (2004), il Wolfsberg Executive Development Center, Wolfsberg (2005), lo ZKM- Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2005 – 2012), lo Spazio -1, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, LAC, Lugano (2012),  Arkhangelskoye – VII Moscow Biennale, Mosca (2017); ICAE Armenia, Yerevan (2018), il MASI di Lugano (2018) e musei italiani come il MART di Rovereto (2005 – 2011), il Museo del Novecento di Milano (2012), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2013), il Museo Correr di Venezia (2019), Villa e Collezione Panza di Varese (2009 – 2021), Palazzo Maffei Casa Museo di Verona (2021) e MA*GA – Museo Arte Gallarate l’ultima personale dell’artista “Chiara Dynys. Melancholia” (2022). Attualmente in corso, fino al prossimo 22 luglio, la mostra “Un’eterna ghirlanda brillante” presso la Cortesi Gallery di Milano.

WEM è una piattaforma nata con l’obbiettivo di sostenere artisti contemporanei nel loro percorso, attraverso una visione circolare del mercato dell’arte. Fondata nel 2021 da Marco Bracaglia, nasce dal suo spirito imprenditoriale, dalla sua passione per l’arte contemporanea e dalla volontà di ampliarne la fruizione. Come? Attraverso formule d’acquisto innovative che rivoluzionano le dinamiche del collezionismo ampliandone i confini. La nostra filosofia risiede nel legame tra arte e vita: un’opera d’arte deve poter essere fruita per essere viva, per esistere davvero. Credendo nel potere dell’arte e nel suo ruolo sociale e culturale, la core mission di WEM è quella di continuare ad innescare circuiti virtuosi per investire negli artisti in cui crediamo e realizzare mostre in musei e istituzioni culturali internazionali sempre più ambiziose.


ENRICO RUGGERI

Espone la sua prima opera d’arte contemporanea

per la settima edizione di GLASSTRESS

in occasione della 59A BIENNALE DI VENEZIA

L’opera “WATERWAR”

è dedicata alla vacuità delle guerre

Da oggi, 3 giugno, fino al 27 novembre, alla Fondazione Berengo Art Space di Murano è esposta la prima opera d’arte contemporanea di ENRICO RUGGERI, per la settima edizione di GLASSTRESS in occasione della 59A BIENNALE DI VENEZIA, insieme a quelle di grandi artisti internazionali come Jimmie Durham e Thomas Schütte.

L’opera si intitola “WATERWAR” ed è dedicata alla vacuità delle guerre, progettata da Enrico Ruggeri a partire dal 2015 e realizzata ben prima dei tragici attuali eventi. Due eserciti archetipi, ricreati in vetro di Murano, si scontrano per entrare in possesso di un bicchiere d’acqua che troneggia su una montagna di sabbia.

In contemporanea alla 59a Biennale di Venezia, la settima edizione di GLASSTRESS riunisce un gruppo di importanti artisti contemporanei provenienti da Europa, Stati Uniti, America Latina e Africa in una mostra ambiziosa che esplora le infinite possibilità creative del vetro. Le opere saranno ospitate all’interno della Fondazione Berengo Art Space a Murano (Campiello della Pescheria, 4), una vecchia fornace abbandonata trasformata da qualche anno in un suggestivo spazio espositivo. La collettiva, a cura di Adriano Berengo e Koen Vanmechelen con il contributo di Ludovico Pratesi, offre un percorso che si sviluppa all’interno delle sfaccettature della migliore arte contemporanea, messa alla prova dal confronto con un’arte antica come la soffiatura del vetro di Murano e, più in generale con la sfida di generare nuova arte in vetro. Stimolati a ricercare nuovi linguaggi, gli artisti coinvolti hanno dimostrato come il vetro sia davvero capace di emanciparsi dagli stereotipi e trovare nuove modalità per esprimersi con il linguaggio della modernità.


Glasstress is a project by Adriano Berengo to further his mission to promote the use of glass in the world of contemporary art. The first Glasstress exhibition was launched in 2009 to establish a new platform for art made with glass. Founded as a Collateral Event of the Venice Biennale of Arts, although its roots will always remain in Murano it has gone on to tour the world.

Artists of all disciplines, from sculptors to musicians have been invited to collaborate with maestros in Berengo Studio Murano to create artworks over the years. Turner prize winners such as Laure Prouvost, Golden Lion award-winners Jimmie Durham and Thomas Schütte, activists like Ai Weiwei and art-world pioneers including Tracey Emin, Tony Cragg, and Dustin Yellin are just a few of the creatives Berengo is proud to have collaborated with. Today Glasstress is the world’s leading showcase for this collaboration of craft and creativity, forging a new trajectory for glass and a new path for contemporary artists.

As a result of its success Glasstress has also been presented in prominent museums and institutions worldwide, including the Makslas Muzejs “Rigas Birža” in Riga, the Millesgården Museum in Stockholm, the Museum of Arts and Design (MAD) in New York, the Beirut Exhibition Center (BEC) in Beirut, the London College of Fashion, the Wallace Collection in London, and the Ptuj City Gallery in Slovenia. With each new edition Glasstress travels further afield, gaining new collaborators and creative partners along the way. 

For its tenth anniversary in 2019 the exhibition was brought back to Murano to the newly renovated Fondazione Berengo exhibition space to show within an old glass furnace. This move saw Glasstress return at the heart of the Venetian Island right by the Studio where Berengo’s vision first began. 


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