ARRIVEDERCI BERLINGUER! di Michele Mellara e Alessandro Rossi. Colonna Sonora di Massimo Zamboni. Materiali Stampa ©Wanted Cinema. Conversazione a distanza con Massimo Zamboni Courtesy Ufficio Stampa Wanted Cinema.

ARRIVEDERCI BERLINGUER! di Michele Mellara e Alessandro Rossi
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In meno di cinquanta minuti “un film di montaggio che guarda in avanti, che non vuole celebrare ma dare spunti…“, Michele Mellara e Alessandro Rossi restaurano minuziosamente come un’opera d’arte le poche immagini di repertorio e quelle tratte da “L’Addio a Berlinguer”, la colonna sonora di Massimo Zamboni come un viaggio nella strada chiara, rigorosa e giusta di Enrico Berlinguer. (m.g.)


Arrivederci Berlinguer! – Massimo Zamboni x Manuel Giuliano (12 Giugno 2024)


ARRIVEDERCI BERLINGUER! di Michele Mellara e Alessandro Rossi
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(MG) La Colonna Sonora inizia con arpeggi leggeri di chitarra, leggeri e chiari ad indicare un percorso giusto, leggeri e chiari come dovrebbero essere ricordati i pensieri di Enrico Berlinguer oggi?

(MZ) Ho voluto cominciare con chitarre acustiche ammorbidite che danno il senso dell’avvicinamento all’uomo Berlinguer, per non evidenziare la sua statura politica in senso stretto con strutture o suoni musicali più complessi o di puro commento. Sono arpeggi semplici che immediatamente ci rendono partecipi dell’umanità profonda di un leader amato e considerato come un padre e un insegnante nelle confessioni piangenti di chi ha partecipato a quel funerale. Forse non rivendicherei la leggerezza dei suoi pensieri, certamente la chiarezza e la giustezza sì.

(MG) Hai visto prima le immagini o hai voluto o pensato di fare la colonna sonora improvvisando? Se si, cosa e come ti ha condizionato?

(MZ) C’è una coraggiosa scelta di regia in questo film, molto inusuale. Pochi sarebbero stati capaci di trattenersi da una chiave di lettura politica, magari intervistando gli altri leader del partito, le personalità intellettuali che vediamo mostrate. E’ stato lasciato un grande spazio alla musica, addirittura i dieci minuti finali sono tutti occupati da una lunga suite. Da parte mia ho lasciato scorrere le immagini cercando di intuire il tono corretto, sapendo che non avrei dovuto rendere conto a una produzione o a una regia ma ai milioni di persone che hanno seguito quel funerale, sentendolo loro: il popolo migliore che si sia visto dal tempo della Resistenza, piangente, tramortito, sconfitto, con la chiara consapevolezza della caduta di un mondo. Così le due canzoni inserite nella colonna sonora non sono pensate come sfoggio di capacità lirica o per astrazione. La prima – “Nell’ora segreta” – è pensata per allontanare l’insopportabilità del vedere il suo morire pubblico di fronte alle telecamere in quella Padova di 40 anni fa. La seconda contiene nel titolo tutto quello che avrei detto a Berlinguer se avessi potuto farlo: “Dirti grazie”.

(MG) La tua Colonna Sonora sembra alla fine una extended long track o una live session che fa pensare possibile  ad una convivenza politica e sociale più giusta e chiara o credi anche tu che persone come Berlinguer e quelle sensazioni non possano più ritornare?

(MZ) È facile farsi prendere dallo sconforto nei nostri giorni, dove la politica è plastificata e ammiccante come il cibo e le auto di lusso. L’esproprio dal nostro ruolo di cittadini è perfino vergognoso per la forza con cui è stato perseguito. Film come questo allontanano lo sfacelo, sbattono davanti agli occhi la pochezza dell’esistente, e sta a ognuno di noi intraprendere percorsi di salvezza, collettivi e individuali. La figura di Berlinguer, nonostante la volontà teleguidata di farlo diventare un santino per poterlo neutralizzare, ci insegna l’obbligo di una responsabilità individuale che abbracci l’orizzonte collettivo. Ci insegna a non risparmiarci, ognuno con le forze e le intelligenze a sua disposizione.

ARRIVEDERCI BERLINGUER! di Michele Mellara e Riccardo Rossi
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COMUNICATO STAMPA UFFICIO STAMPA WANTED (30 Maggio 2024) – PRESSBOOK NOTE DI REGIA


ARRIVEDERCI BERLINGUER!

AL CINEMA CON WANTED IL 10, 11 E 12 GIUGNO

Wanted è lieta di portare nelle sale italiane in occasione del 40esimo anniversario dalla morte di Enrico Berlinguer, Arrivederci Berlinguer!, al cinema il 10, 11 e 12 giugno. Il documentario, diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi (Vivere, che rischio!) e prodotto daAAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico – Pordenone Docs Fest e Cinemazero, è basato sui materiali filmici provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) e su quelli del film collettivo L’addio a Enrico Berlinguer. Le musiche sono di Massimo Zamboni, chitarrista del gruppo punk rock CCCP – Fedeli alla linea.

Arrivederci Berlinguer! è un film concerto: le musiche di Massimo Zamboni commentano i materiali d’epoca provenienti dal documentario L’addio a Enrico Berlinguer, che fu realizzato durante i funerali del segretario del PCI da alcuni dei più importanti registi italiani. Tra i molti, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, Ettore Scola e Gillo Pontecorvo si misero dietro alla macchina da presa per omaggiare questo straordinario leader, venuto improvvisamente a mancare l’11 giugno 1984. Queste scene della cerimonia sono assemblate assieme ad alcune riprese di Enrico Berlinguer durante la sua attività politica, in un montaggio che vuole restituire all’oggi tutta l’umanità, la forza e la dignità di un personaggio centrale nella politica italiana degli anni Settanta e Ottanta.

“Abbiamo cercato di ridurre il senso celebrativo/liturgico del filmato originale legato a quei tempi e di privilegiare il rapporto umano, caldo e vivo, che Berlinguer riuscì ad avere con le masse popolari” – commentano i registi – “Nel nostro nuovo assemblaggio abbiamo inserito il Berlinguer vivente ad intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia. Questo attraverso un’attenta selezione di una serie di filmati messi a disposizione dall’AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico nei quali si mostra l’affetto e la partecipazione della gente verso il suo leader, in un rapporto simbiotico di incontro che ne cementa nel tempo la relazione”.

SINOSSI

Nel contesto dei funerali di Enrico Berlinguer, una delle figure più eminenti della politica italiana, numerosi registi italiani di fama hanno collaborato con Unitelefilm per creare un commovente documentario intitolato L’addio a Enrico Berlinguer. Attraverso immagini tratte in gran parte da questo importante evento storico e da preziosi materiali provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il film offre uno sguardo intimo e profondo sul commiato verso questa figura iconica. La narrazione, in parte muta, è magistralmente accompagnata dalla suggestiva colonna sonora di Massimo Zamboni (chitarrista dei CCCP – Fedeli alla Linea), creando un cineconcerto coinvolgente e toccante.

Arrivederci Berlinguer! Diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi arriva in sala con Wanted il 10, 11 e 12 giugno.


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NOTE DI REGIA

di Michele Mellara e Alessandro Rossi

Raccontiamo Berlinguer a partire dalla grande partecipazione popolare al suo funerale. La colonna vertebrale del nostro film è costituita da “L’addio a Enrico Berlinguer”, film corale sui suoi funerali realizzato da buona parte del meglio della cinematografia italiana, tra gli altri: Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Silvano Agosti, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo. Abbiamo cercato di ridurre il senso celebrativo/liturgico del filmato originale legato a quei tempi e di privilegiare il rapporto umano, caldo e vivo, che Berlinguer riuscì ad avere con le masse popolari.

Nel nostro nuovo assemblaggio abbiamo inserito il Berlinguer vivente ad intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia. Questo attraverso un’attenta selezione di una serie di filmati messi a disposizione dall’AAMOD (Archivio del movimento operaio e democratico) nei quali si mostra l’affetto e la partecipazione della gente verso il suo leader, in un rapporto simbiotico di incontro che ne cementa nel tempo la relazione. La nostra scelta è caduta su alcuni momenti in cui Berlinguer snocciola i temi fondanti della sua politica, e lo fa argomentando le sue tesi in modo diretto, con una chiarezza adamantina e una solidità d’intenti politici frutto di anni di studio, impegno, militanza, riflessione sui compiti e i doveri della politica. Abbiamo scelto gli interventi sui temi che ci sembravano vicini all’oggi (generazioni, donne, famiglia, questione morale, lavoro) e su cui Berlinguer ebbe parole che sono ancora di estrema attualità e che continuano a farci riflettere.

L’umanità della figura di Berlinguer restituisce dignità, integrità e forza alla politica.

Chi era Berlinguer? I più giovani non lo sanno, o almeno la maggioranza di loro. Forse questo film può aiutarli ad avvicinarsi a lui, a renderglielo vivo: un uomo animato da forti passioni politiche, da un senso di equità incrollabile, antifascista, un uomo mai stanco di lottare contro le ingiustizie sociali e le prevaricazioni dei più forti e potenti.

È poi opportuno qui riportare una nota sul tipo di materiali d’archivio che abbiamo utilizzato. Le immagini, girate soprattutto tra le fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, sono perlopiù in pellicola, realizzate soprattutto durante convegni e appuntamenti pubblici a cui prese parte Berlinguer.

È spesso un archivio interno al PCI e, visto che la pellicola costava e che andava usata con parsimonia, i compagni filmarono soprattutto il Berlinguer ufficiale, istituzionale, concedendo poco o niente al Berlinguer privato. Il leader viene rappresentato sempre – forse, a volte, con una dose di serietà eccessiva – nei momenti ufficiali, nell’impeto oratorio di un comizio, nell’incontro di sezione con i militanti del partito. Il politico è solo immagine pubblica, rigore.

A questi materiali che dominano gli archivi siamo riusciti ad affiancare alcuni momenti di vita privata, più caldi, che restituiscono, almeno in parte, l’umanità e le fragilità dell’uomo.

Il montaggio del film è pensato in chiave emozionale, in grado di coinvolgere il pubblico poggiandosi sulle composizioni musicali e la chitarra di Massimo Zamboni: la reiterazione del gesto, le folle, la commozione delle donne, dei politici, delle masse operaie, degli ultimi e dei capi di stato, i pugni alzati, tutto questo diventa sinfonia visiva e musicale allo stesso tempo.

Un film di montaggio che guarda in avanti, che non vuole celebrare ma dare spunti: per riflettere, per ritrovare il nostro passato prossimo che sembra evaporato in una nuvola di stordita dimenticanza, per ripensare la politica, per capire cosa significa farla e viverla come comunità e in prima persona: oggi urgenza quanto mai necessaria.


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