Questo è Aquilino figlio del vento”. I ritratti dei cavalli Rospigliosi dalle collezioni capitoline / Roma, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese 21 Maggio – 15 Settembre 2024. Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Sport e Salute S.p.A. – FISE (Federazione Italiana Sport Equestri). In copertina, Antonio Capellan Giovanni Domenico Campiglia, Ritratto del cavallo Aquilino del Principe Domenico Camillo Balì Rospigliosi 1760, acquaforte. Roma, Museo di Roma. ©Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Johan Reder
Cavalli Rospigliosi con staffieri e veduta di Zagarolo
 1750-1760
olio su tela
MR – 773
Roma, Museo di Roma
©Roma Capitale / Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Casino dell’Orologio di Villa Borghese
Il Rilievo del cavaliere
(Equites singulares Augusti) prima metà del II sec. d.C ©Roma Capitale / Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

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COMUNICATO STAMPA

Dal 21 maggio al Museo Pietro Canonica la mostra “Questo è Aquilino figlio del vento”. I ritratti dei cavalli Rospigliosi dalle collezioni capitoline

In occasione del 91esimo Concorso Ippico di Piazza di Siena e in collaborazione con Sport e Salute e Fise, sono esposte, dopo 20 anni, una serie di 14 opere dedicate ai celebri cavalli di Camillo Rospigliosi.

©Roma Capitale

Roma 21 maggio 2024 – Per l’edizione 2024 del tradizionale Concorso Ippico di Piazza di Siena organizzato da Fise e Sport e Salute, il Museo Pietro Canonica a Villa Borghese ospita dal 21 maggio al 15 settembre 2024 la mostra Questo è Aquilino figlio del vento”. I ritratti dei cavalli Rospigliosi dalle collezioni capitoline, composta da una serie di tele del pittore tedesco Johan Reder, alle quali si aggiunge un dipinto di Paolo Monaldi, che ritraggono i celebri cavalli del principe e collezionista Camillo Rospigliosi.

La mostra è promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Sport e Salute S.p.A. e FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) ed è curata da Sandro Santolini. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

L’esposizione è composta da 12 dipinti su tela, in buona parte impreziositi dalle originali cornici settecentesche, cui si aggiungono una stampa su pergamena e una stampa su carta, con testi e versi scritti in onore al cavallo Aquilino.

Camillo Rospigliosi (1714-1753) fece ritrarre dai pittori Johan Reder (1692-1764) e Paolo Monaldi (1704-1780) i suoi amati cavalli e, in particolare, il campione Aquilino, per il quale compose egli stesso versi pomposi che documentano la passione del principe per l’ippica e la specifica predilezione per il suo cavallo.

Nell’ottica di valorizzazione delle opere presenti nelle collezioni capitoline e delle loro diffusione e conoscenza verso un più vasto pubblico, il nucleo di dipinti selezionato risulta di particolare interesse sia per l’ambito di realizzazione della mostra stessa, il conosciutissimo Concorso Ippico di Piazza di Siena, sia per la specificità del tema trattato e per la vicenda personale del collezionista originario.

Con la mostra s’intende anche celebrare quella che in genere viene definita come la “cultura del cavallo”, offrendo l’occasione di apprezzare opere poco note, a oltre vent’anni dalla loro prima esposizione, che costituiscono un corpus unico nel suo genere. I protagonisti indiscussi sono dunque gli amati cavalli del principe Rospigliosi, splendidi esemplari di razze equine dalle nobili genealogie, allevati nelle sue tenute di Campo Salino a Maccarese e a Zagarolo.

Le sue cavalle Gelsomina, Capriola e Polledruccia, o i destrieri Bicchierino, Leggiadro e Brigliadoro, furono così immortalati nei ritratti di Reder con in primo piano il preferito, Aquilino, “figlio del vento”.

Il Concorso Ippico di Piazza di Siena rappresenta un modello di evento sportivo unico, definito dalla stampa “esempio di ‘mecenatismo’ sportivo”. Oltre a garantire la manutenzione del verde orizzontale dell’area di Piazza di Siena per tutto l’anno – e a ‘gemellarsi’ con importanti mostre artistiche nei musei dell’area di Villa Borghese – negli ultimi anni ha dato vita – tra gli altri – al restauro di alcune ‘gemme’ monumentali e architettoniche nelle adiacenze dello storico Ovale (riportato alle origini con il ripristino del manto erboso). Si deve al Concorso anche l’opera di potatura, cura e bonifica del terreno della straordinaria Valle dei Platani, dimora degli undici alberi secolari che il Cardinale Scipione Caffarelli Borghese – che iniziò la costruzione di Villa Borghese – fece piantare agli inizi del 1600 e romanticamente definiti ‘Sentinelle dell’eternità di Roma’. Un Concorso sportivo, dunque, ma fortemente orientato verso l’arte, la cultura e la salvaguardia della biodiversità.

Gli artisti

Johan Reder (1692-1764), figlio e allievo dell’affermato battaglista Christian Reder, attivo a Roma, che lo introdusse nella famiglia Rospigliosi, Johan fu anch’egli un discreto pittore dedito al genere della pittura di paesaggio. Le opere presentate in mostra possono essere accostate stilisticamente ai dipinti autografi dell’artista presso la Galleria Pallavicini di Roma, che raffigurano una Gita in campagna‘ e un Riposo durante la caccia, rese note da Federico Zeri, o ad altre già in collezione privata, nelle quali Reder anima i vasti paesaggi con personaggi e animali nei modi che gli sono assolutamente peculiari. Coloratissime scene, piene di vita, a tratti un po’ naïf, che lo resero protagonista del “paesaggismo con figure” nella prima metà del XVIII secolo, raggiungendo l’apice della carriera con il celebre dipinto dedicato alla Festa del principe Rospigliosi alla Villa della Magliana, anch’esso al Museo di Roma.

Paolo Monaldi (1704-1780), allievo del vedutista Paolo Anesi col quale collaborò dipingendo figure nelle sue vedute romane e in particolare nella decorazione di Villa Chigi. Le sue scene di genere, molto vicine allo stile dei bamboccianti del tardo Seicento, furono particolarmente apprezzate dalle famiglie patrizie romane e in particolare dai Rospigliosi, per i quali dipinse diverse tele tra cui uno dei ritratti del cavallo Aquilino esposti in mostra.

Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) 

www.museocanonica.it ; www.museiincomuneroma.it


COMUNICATO STAMPA

Al Casino dell’Orologio di Villa Borghese

“Il Rilievo del cavaliere”

scultura in marmo della prima metà del II sec. d.C.

Roma, 23 maggio2024 –  In occasione del Concorso Ippico sarà esposta al pubblico, presso il Casino dell’Orologio a Villa Borghese, una scultura in marmo di grande pregio: “Il Rilievo del cavaliere”. L’opera, che appartiene al nucleo seicentesco della Collezione Borghese, rappresenta un giovane cavaliere con corazza a squame e stivali decorati da leontè, che tiene con la mano destra le redini di un cavallo, raffigurato solo nella sua parte anteriore, di profilo e nell’atto di incedere. La testa, rivolta verso il cavallo, pur essendo antica, non è pertinente. È probabile che la testa originaria fosse coperta da un elmo. L’animale, caratterizzato da un’accurata resa dei tendini e dei fasci muscolari, è rappresentato in altorilievo, a eccezione della zampa anteriore sinistra.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Sport e Salute S.p.A. e FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) ed è curata da Angela Napoletano.

L’elevata qualità, le notevoli dimensioni del rilievo (altezza metri 1,98; larghezza metri 1,60; spessore massimo metri 0,30), il tipo di corazza a squame indossata generalmente da soggetti militari di alto rango, la ricca bardatura del cavallo costituita da briglie, morso, nonché pettorale e fiancali decorati da due pantere affrontate, consentono di ipotizzare l’appartenenza del personaggio raffigurato alla Cavalleria personale dell’imperatore (Equites singulares Augusti) e indicano la sua originaria provenienza da un importante monumento ufficiale, probabilmente dell’età traianea-adrianea (prima metà del II sec. d.C.). Composto da undici frammenti, il rilievo fu murato al centro della Prospettiva di Levante nel Parco dei Daini, una parete artistica realizzata, insieme all’adiacente Prospettiva di Tramontana e alla vicina Prospettiva del Teatro, da Giovanni Vasanzio nel 1618-1619. Gli scalpellini Bernardino e Agostino Radi, oltre a ricomporre e integrare il rilievo, lo inserirono in una ricca cornice in stucco, secondo un gusto decorativo che prevedeva la commistione di marmi diversi e di elementi antichi e moderni uniformati da una patina antichizzante. Rimosso nel 1989 per essere ricoverato in deposito, è stato restaurato e sostituito sul luogo da una copia moderna.


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